Vuoi fare Shake-Up della tua Comfort Zone? Parti da Mangia, Prega, Ama

Strategia

Il cambiamento personale è una ricerca alla scoperta di sé

Cambiamento personale, cambiamento professionale, cambiamento di vita. Cambiamenti climatici, cambiamenti tecnologici, cambiamenti culturali. Il cambiamento ci circonda. Che ci piaccia o no, che ce ne rendiamo conto o meno, noi cambiamo costantemente. Si proprio tutti noi. Parafrasando una delle mie canzoni preferite – se dico cambiamento, cosa intendi? Ognuno di noi immagina qualcosa di diverso in base a chi è, e in base al momento in cui si trova nell’istante della domanda. Avete mai pensato di provare a classificare i cambiamenti che influenzano la nostra vita? Si avete capito bene, proprio a dividerli in grandi gruppi.

Possono esserci svariati modi per farlo. A me ne è venuto in mente uno molto semplice. Mi aiuta infatti pensare al cambiamento come esterno ed interno. È avendo come riferimento proprio questa classificazione che ho iniziato a parlare di argomenti legati ai cambiamenti esterni che stanno plasmando il mondo in cui viviamo, come la relazione tra tecnologia e umanità e il cambiamento climatico. Mentre ho solo iniziato a graffiare la superficie di argomenti così grandi – preparatevi perché non continuare a parlarne sarà impossibile – sento che è ora di iniziare a riflettere anche sull’altro grande gruppo di cambiamenti: quelli interni.

Credo molto nei piccoli e grandi segnali che la vita ci pone davanti agli occhi. E diciamo che ho captato una sorta messaggio che mi ha spinta a scrivere questo articolo sui cambiamenti interni, in un film che ho visto per la prima volta qualche giorno fa. Che abbiate letto il libro o visto il film, vi invito ad utilizzare questo articolo come un’opportunità per riflettere sul vostro viaggio alla scoperta di voi stessi. E anche se in Italia ci siete già, vi prometto che non serve andare né India né Bali (anche se a chi non piacerebbe?).

Fino a qualche giorno fa, ero probabilmente una delle poche persone a non aver letto né visto Mangia, Prega, Ama. Il libro “Mangia, prega, ama. Una donna cerca la felicità” dell’autrice americana Elizabeth Gilbert – che ci invito a seguire su Instagram – è stato uno dei best-seller del New York Times per quasi 200 settimane, dopo la sua pubblicazione nel 2006. E anche il film – girato esattamente 10 anni fa – con Julia Roberts e Javier Bardem è stato un successo di pubblico e critica. Non so dove fossi per tutto questo tempo, ma alla fine finalmente ho avuto anch’io la possibilità di vedere il film e sto seriamente pensando di leggere il libro (lo so, di solito è il contrario!).

Cito brevemente la trama giusto per avere un terreno comune da dove iniziare la nostra riflessione.

“Elizabeth Gilbert ha una vita apparentemente perfetta: un solido matrimonio, una bella casa e un buon lavoro. Ma tutto questo sembra non bastarle per essere felice, sente un desiderio interiore di allontanarsi da tutto. Dopo tre anni dal difficile divorzio dal marito Stephen e da una tormentata storia d’amore con David, Elizabeth decide di lasciare tutto, compresa la sua amica Delia, per intraprendere un viaggio intorno al mondo.

Tra le tappe, che la donna racconta minuziosamente nel suo diario, soggiorna per quattro mesi in Italia, visitando Roma e Napoli e dove, assieme a Giovanni e a una ragazza svedese, si avvicina ai piaceri del palato della buona cucina italiana ingrassando di dodici chili e godendosi la vita nel dolce far niente. Successivamente fa tappa in India, dove trascorre il suo tempo meditando presso un centro di preghiera e conversando con Richard, un uomo con un divorzio alle spalle causato da una vita sregolata, che le suggerisce di rimanere lì finché non si sarà perdonata la colpa del fallimento del proprio matrimonio.

Infine Elizabeth va a Bali, in Indonesia, dove viene aiutata da uno sciamano a guarire la tristezza che ha nel cuore, impara a sorridere ed amare nuovamente, anche grazie a un fortunato incontro-scontro con Felipe col quale, non senza forti resistenze legate alla paura dei rischi di amare ancora, alla fine decide di vivere pienamente una storia d’amore già nata tra i due ma fino ad allora non dichiaratamente accettata.”

Cambiamenti interni

Esiste una relazione molto stretta e sofisticata tra noi e l’ambiente in cui viviamo. Consciamente o inconsciamente, noi assorbiamo, metabolizziamo e agiamo anche in base a ciò che sta accadendo intorno a noi. Gestire la relazione tra il mondo esterno e il nostro universo interno è sicuramente un arte, e noi siamo un po’ degli apprendisti stregoni. Può capitare a ognuno di noi più o meno inaspettatamente, e anche più di una sola volta nel corso della propria vita, di essere chiamati ad ascoltare un bisogno profondo, sconosciuto e destabilizzante di cambiamento. Durante le mie ricerche per scrivere questo articolo mi sono imbattuta in una frase molto schietta ma in cui probabilmente possiamo, almeno ogni tanto, riconoscerci un po’ tutti: “Ammettiamolo – siamo tutti egoisti, siamo esseri infelici, costantemente alla ricerca di un percorso che ci porti alla felicità, un percorso che attragga solo buone vibrazioni.”

Io credo che Elizabeth Gilbert sia riuscita ad esprimere molto bene questo desiderio interiore di cambiamento in tutta la narrazione. C’è una scena del film che mi ha colpita particolarmente e che riguarderei all’infinito. Quel “I need to change” pronunciato da Julia Roberts di fronte alla sua amica che sono riuscita a recuperare (solo in inglese purtroppo) e che trovate in questo video.

“Ho sempre avuto un tale appetito per la vita. E ora non c’è più. Voglio andare in un posto dove possa meravigliarmi per qualcosa.” – Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama

L’appetito per la vita

Avere un appetito per la vita è una frase fortissima che risuona molto con me e con lo spirito di questo progetto – Comfort Zone Shake-Up. Avere un appetito per la vita esprime al meglio il motivo per cui ho deciso di condividere il mio viaggio, i miei pensieri, le mie scoperte, ciò che sto imparando e che trovo interessante nel mio percorso di ricerca personale. Il desiderio di “meravigliarmi per qualcosa” espresso dalla Gilbert rappresenta ciò che io ho chiamato “la ricerca del nostro personale WOW”, che altro non è che la massima espressione di meraviglia.

Avere un appetito per la vita mi fa pensare anche agli shake-uppers. Mi piace chiamare così tutti coloro che riconoscono il bisogno di cambiare, di crescere, di evolvere e che sono pronti ad abbracciare il cambiamento. Gli shake-uppers – come Elizabeth Gilbert – sono coloro che agiscono. E non serve andare India né tantomeno a Bali per fare shake-up delle proprie Zone di Comfort. Gli shake-uppers si muovono partendo dalle micro-decisioni, dai micro-momenti, dalle micro-attività della loro vita quotidiana. Il messaggio qui non è quello di imitare ciò che Elizabeth ha fatto. Il suo viaggio è l’espressione personale della sua risposta al cambiamento. È la storia ad avere una valenza universale, ed è proprio il significato universale del suo percorso che mi affascina e che credo dovremmo tutti considerare.

“La felicità è la conseguenza dello sforzo personale. Combatti per essa, ti sforzi, insisti e talvolta viaggi anche per il mondo a cercarla. Devi partecipare incessantemente alle manifestazioni delle tue stesse benedizioni. E una volta che hai raggiunto uno stato di felicità, non devi mai perdere tempo e mantenerlo. Devi fare uno sforzo possente per continuare a nuotare verso l’alto in quella felicità per sempre, per rimanere a galla sopra di essa. ” – Elizabeth Gilbert, Mangia, Prega, Amore

La felicità è la conseguenza di uno sforzo personale

In un mondo che cambia rapidamente, in cui la vita degli altri – di tutti gli altri – sembra così perfetta, glamour, e senza sforzi; in un mondo che fa ancora molta fatica a riconoscere la forza della vulnerabilità, e il potere della resilienza, siamo spesso indotti a credere che la felicità sia un qualcosa facile da raggiungere e non la conseguenza di uno sforzo personale. Spesso proprio per questo ci sentiamo quasi fuori posto. Non mi piace parlare di disillusione, credo semplicemente che non sia così. Lavorare sodo, essere gentili con noi stessi e con le altre persone mentre stiamo imparando qualcosa di nuovo, non vergognarci di porre domande e chiedere aiuto, avere una mente aperta e dare valore alla curiosità, sono solo alcuni componenti di quel viaggio affascinante che tutti chiamiamo vita .

La vita cambia e non è una brutta cosa

Il cambiamento non è una brutta cosa. Dovremmo imparare ad abbracciarlo. Usiamo questo film, il libro e questo articolo per rifletterci su. Sebbene il viaggio di Elizabeth Gilbert sia un percorso personale, la storia è universale. È una storia di cambiamento, di crescita personale, di scoperta di se stessi. Possiamo iniziare ponendoci alcune delle domande che hanno innescato la riflessione di Elizabeth e che l’hanno portata a compiere il suo viaggio. Chissà dove ci porteranno le nostre risposte!

La cosa importante per cominciare

Il viaggio alla scoperta di noi stessi inizia con una serie di domande importanti. Possiamo iniziare dal chiederci:

  • Cosa voglio veramente dalla vita?
  • Perché sono così infelice?
  • Perché sono qui?
  • Dove sto andando?
  • Cosa voglio fare della mia unica vita selvaggia e meravigliosa?
  • Se potessi fare qualcosa – qualsiasi cosa – cosa farei?

Ad un certo punto della nostra vita, la maggior parte di noi è chiamata a rispondere a queste domande: Cosa vuoi fare? Cosa ti impedisce di farlo?

È tempo di iniziare e godersi il viaggio!

Buon lavoro.

“Sono arrivata a credere che esista nell’universo qualcosa che chiamo” La fisica dell’anima”, una forza della natura governata da leggi reali come le leggi reali quanto la forza di gravità. La regola di questo principio funziona più o meno così: ‘Se sei abbastanza coraggiosa da lasciarti alle spalle tutto ciò che è familiare e confortevole e che può essere qualsiasi cosa dalla tua casa a vecchi rancori, e iniziare un viaggio alla ricerca della verità, sia esterna che interna, se sei veramente disposto a considerare tutto ciò che ti accade in quel viaggio come un indizio, se accetti come insegnanti tutti coloro che incontri lungo la strada e se sei pronto, soprattutto, ad affrontare e perdonare alcune realtà di te stessa veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa. O almeno così credo.” – Elizabeth Gilbert, Mangia, prega, ama

Photo by Nicola Fioravanti on Unsplash


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