Un salto fuori dalla Comfort Zone

Ispirazione

Ci ha chiesto di saltare fuori dalle nostre zone di comfort. E lo ha fatto senza troppo preavviso, quasi all’improvviso.

Continua a ricordarci quanto sia importante fare il salto. Quanto sia importante stravolgere le nostre abitudini, i nostri ritmi, i nostri tempi, la nostra vita di tutti i giorni. Una vita fatta di piccoli e grandi gesti quotidiani, di obiettivi da raggiungere, di piani da realizzare, di cose da fare, di persone da incontrare, di mani da stringere e di abbracci da regalare.

Iniziamo a realizzare quanto sia importante fare questo salto. Per il nostro bene, per il bene delle persone che amiamo e per il bene di una società sempre più difficile da capire.

Una società che nel giro di qualche settimana ci ha visti prima mettere al bando lineamenti stranieri per poi trasformarci in stranieri per il mondo intero; obbligandoci – finalmente – a ripensarne il concetto stesso. Una società dove bordo, confine, limite dovrebbero lasciare spazio ai concetti di macro – la collettività – e di micro – singoli individui parte attiva di una società che contribuiscono a plasmare con le loro scelte di tutti i giorni.

Chi lo ha capito continua a ripeterlo ad oltranza a quella maggioranza tardiva che per sua natura – o per interessi strettamente personali – arriva sempre dopo.

Chi non lo ha ancora capito rischia di compromettere la propria vita e di mettere a repentaglio quella degli altri, di molti altri.

Sì perché in questo caso la posta in gioco è alta. In questo caso si tratta di un fare un salto quantico… stando a casa.

Cosa si prova a saltare fuori dalla Comfort Zone?

Pensare al salto fuori dalla Comfort Zone – la metafora che ho scelto per parlare di cambiamento – mi porta di solito a riflettere su cosa accada prima del salto e su cosa accada dopo. In questo caso aggiungo una terza considerazione che riguarda l’estensione del salto.

  • Prima del salto

Il salto può essere almeno di due tipi. Può essere pianificato per lungo tempo, voluto e magari studiato con un’attenzione maniacale. Oppure può essere – come in questo caso – improvviso, repentino e completamente indipendente dalla nostra volontà e dal nostro controllo. In entrambi i casi può essere accompagnato da un mix di emozioni tra cui eccitazione, ansia e stress.

  • Dopo il salto

Dopo il salto ci troviamo immersi nella nuova situazione. Il detto popolare “hai voluto la bicicletta ora ti tocca pedalare” risuona nella nostra mente. Ora che abbiamo saltato ci troviamo dentro la situazione. Ora che abbiamo saltato sta a noi far funzionare le cose. Anche in questo caso ci accompagna un mix di emozioni tra cui eccitazione, ansia e stress.

  • L’estensione del salto

L’estensione ha a che fare con la misura della differenza tra ciò che abbiamo lasciato e il mondo in cui ci ritroviamo dopo il salto. Un mondo del quale dobbiamo comprendere cultura, regole, linguaggi, usi e costumi. Nel quale i valori in base ai quali assegnare le priorità del nostro quotidiano sono completamente stravolti (o magari chissà ritrovati). Un mondo nel quale siamo chiamati a ricostruire quasi da zero le nostre abitudini. Una processo che ancora una volta è accompagnato da un mix di emozioni.

Ci ha imposto di saltare fuori dalle nostre zone di comfort. L’estensione del salto e la sua natura repentina presentano un dopo il salto duro, difficile, accompagnato da un mix di emozioni su cui grava fortissimo un senso diffuso di incertezza.

È un salto strano questo. Un salto in cui non si va da nessuna parte. Un salto che ci impone di stare a casa, di rinunciare ai nostri riti, alle nostre abitudini, a ciò che almeno all’apparenza ci fa sentire vivi.

Può essere normale sentirsi smarriti, far fatica a prendere il passo o sentirsi emotivamente provati. Può essere utile prendersi del tempo, provare ad accettare la situazione, riflettere e magari provare ad espandere il grado di tolleranza nei confronti dell’incertezza che grava su questo periodo.

Sì perché se il salto è stato totalmente fuori dalla nostra responsabilità e dal nostro controllo, il dopo il salto – la nostra vita di oggi – possiamo provare a controllarla noi.

Photo by Marc A. Sporys on Unsplash

Potremmo chiamarlo il Virus del Contrappasso.

Minaccia il respiro ma migliora la qualità dell’aria.

Costringe a casa le famiglie ma riconsegna ai genitori il ruolo di educatori.

Ridicolizza l’intelligenza artificiale vendicando il mondo animale più selvatico.

Penalizza il contatto fisico dimostrandone l’insostituibilità.

Elimina gli eccessi dando forza all’essenziale.

Favorisce lo smartworking chiarendone i limiti di smartness.

Elimina gli alibi maschili parificando i ruoli domestici.

Isola le persone indicando il bisogno di reciprocità.

Disarma la discriminazione selettiva alimentando la coscienza sistemica.

Non credo al castigo biblico ma Dante era un genio.

Francesco Morace

E tu? Come stai vivendo questo salto? Cosa provi?

Lascia un commento e racconta la tua storia!

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In un mondo che cambia con una velocità e una portata inimmaginabili, noi di Comfort Zone Shake-Up crediamo che sia necessario riprendere il controllo della propria vita e provare ad essere la migliore espressione di noi stessi.

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Comfort Zone Shake-Up

È un catalizzatore per persone dinamiche con cui esplorare, esperimentare ed espandere la propria zona di benessere.

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