Cambiamento climatico: è tempo di fare shake-up delle nostre zone di comfort

Ispirazione

Cosa fare per continuare ad alimentare il volano del cambiamento? Servono shake-uppers!

Venerdì 20 Settembre, 250.000 persone a New York – 4 milioni nel mondo in 163 paesi – hanno preso parte alla più grande manifestazione mai organizzata contro il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico.

Io volevo esserci. Mi capita sempre più spesso di non puntare abbastanza i piedi per fare qualcosa a cui tengo, perché ho troppo da fare, perché devo lavorare o perché non ho abbastanza tempo. E invece no. In questo caso ho preso un giorno di ferie – il miglior uso di un giorno di ferie che potessi fare – e sono andata. Io alla manifestazione c’ero.

Ho dovuto metabolizzare l’esperienza per un paio di giorni prima di riuscire a scriverne, ma eccomi qui. Quando ormai si è scritto praticamente tutto e il contrario di tutto io ho ancora molte domande aperte.

Cosa posso fare – cosa possiamo fare – per continuare ad alimentare il volano del cambiamento? Come possiamo supportare questa causa in modo molto più attivo? Come possiamo fare shake-up delle nostre varie zone di comfort per provare a dare un personale – micro – contributo?

Sembrerà contro intuitivo vista la tematica, ma ho deciso di approcciare l’argomento usando tecniche a me familiari: quelle di marketing. Per continuare ad alimentare il volano del cambiamento serve innanzi tutto aumentare l’awareness – fatta di informazione e conoscenza – la considerazione e, neanche a dirlo, passare all’azione.

Il mio impegno si focalizzerà da ora in avanti su questi tre punti. E spero di ispirare almeno una minima riflessione anche in chi legge queste righe.

Gli attivisti: coloro che si muovono

Il punto di partenza di una buona strategia di marketing dovrebbe essere una solida segmentazione del mercato. La segmentazione del mercato “è il processo di suddivisione dei bisogni del cliente in diversi gruppi o segmenti omogenei.”

Il concetto di segmentazione è molto semplice ed intuitivo. Nonostante l’individualità caratterizzi ognuno di noi – ognuno è unico nella sua singolarità – ci sono aspetti che potenzialmente ci accomunano e tendono a farci aggregare. Le passioni sono forse uno degli esempi più evidenti. Poi ci sono le idee che tendono a connettere le persone. E questo è esattamente ciò che è accaduto Venerdì 20 Settembre a New York e in altre 163 città nel mondo, quando quattro milioni di persone accumunate dalle stesse idee sul cambiamento climatico hanno marciato insieme.

Ho fatto un veloce calcolo. Se consideriamo una popolazione mondiale di 7,53 bilioni di persone, quattro milioni rappresentano circa lo 0,5% della popolazione globale. Si, avete capito bene, solo lo 0,5% delle persone che popolano la terra ha manifestato.

Prima di tirare conclusioni affrettate e sottostimare completamente il potere di questo 0,5%, proviamo a tirare in ballo Benjamin Franklin e una delle sue frasi celebri che descrive benissimo anche il target di comfort zone shake-up.

“Ci sono tre tipi di persone: quelle che sono immobili, quelle che sono mobili, e quelle che si muovono.”

Le persone che si muovono sono in questo caso gli attivisti ambientali – gli innovatori – coloro che hanno un grande potere, quello di ispirare. Sono coloro che hanno il potere di diffondere le idee. Quelli che hanno fatto si che quattro milioni di persone nel mondo si ritrovassero insieme uniti da un credo, dalle stesse idee.

Provate ad andare su Google e digitate marcia per il cambiamento climatico, global warming o qualche altro sinonimo; troverete centinaia di immagini, articoli, video e testimonianze del 20 Settembre. Tra tutte, ce n’è una che mi ha colpita particolarmente e che considero iconica: quella di Greta Thunberg seduta da sola più o meno un anno fa a fianco ad un’immagine di Greta a New York tra 250.000 persone.

2 striking photos taken just over a year apart show how Greta Thunberg's climate strike inspired millions - Photo credits Business Insider

2 striking photos taken just over a year apart show how Greta Thunberg's climate strike inspired millions

Questa immagine supera tutte le teorie complottistiche, tutte le ipotesi di manovre e tutte le critiche e gli attacchi che possano essere sferrati. Questa immagine mostra nel modo più semplice – come un pugno diretto nello stomaco – cosa il potere di uno scopo, il potere di un obiettivo può fare:  connettere milioni di persone. Mostra cosa significhi fare shake-up ed espandere la propria zona di comfort e cosa possiamo fare come singoli individui e come collettività.

Gli attivisti, AKA gli innovatori – quello 0,5% della popolazione mondiale presente alla marcia – stanno diffondendo un messaggio importantissimo: “la nostra casa è in fiamme” e “dobbiamo agire e cambiare ora.” Un messaggio chiaro e una forte chiamata all’azione per tutti noi: dobbiamo cambiare. Tutti possono e devono essere parte attiva del cambiamento.

Gli innovatoti, per definizione, sono un piccolo gruppo. Una nuova generazione sta guidando il cambiamento: i Gen Z. Nati tra il 1995 e il 2015, hanno tra i 4 e i 24 anni. I più “vecchi” sono i primi promotori di questo cambiamento. Sono al lavoro da tempo per aumentare l’awareness e la considerazione sui grossi problemi legati al cambiamento climatico e per chiedere azioni. Stanno influenzando sia le generazioni più vecchie – Millennials, Gen X e Boomers – sia i giovanissimi. Non crediate che alla marcia di venerdì abbia partecipato solo un “gruppo” di studentelli.

Gli innovatori hanno bisogno che qualcun altro inizi ad essere coinvolto. Gli innovatori hanno bisogno di noi.

Gli shake-uppers: coloro che sono mobili

Per continuare ad alimentare il volano del cambiamento, gli innovatori hanno bisogno di shake-uppers. Gli shake-uppers sono coloro che comprendono il bisogno di cambiare e sono pronti ad abbracciare il cambiamento. Sono coloro che agiscono.

Ispirati dagli attivisti, gli shake-uppers sono veri e propri promotori del bisogno di abbracciare il cambiamento e dell’esigenza di iniziare a farlo ora. Gli shake-uppers si muovono, lo fanno sperimentando, non avendo paura di sbagliare perché l’errore è solo un’opportunità per imparare. Lo fanno partendo dalle micro-decisioni, dai micro-momenti e dalle micro-attività della loro vita quotidiana.

Mi piacerebbe pensare di essere un’attivista, ma non lo sono. Ho partecipato alla marcia è vero – sono ufficialmente parte di quello 0,5% – ma non ero presente all’iniziativa organizzata il 15 Marzo e aimè non ho partecipato a nessuna altra iniziativa prima di Venerdì che considero un po’ come il mio punto zero.

Mi piace pensare di essere un’aspirante shake-upper. Credo nel potere che tutti noi abbiamo di crescere e migliorare nel corso della nostra intera esistenza. Stimo quell’approccio mentale votato alla crescita (growth mindset), di tutti coloro che sono aperti a scoprire di più, a capire meglio, a riflettere e a lavorare su se stessi – sulle proprie convinzioni, sui propri pensieri e sulle proprie azioni – per fare accadere le cose e abbracciare così il cambiamento. Stimo chi è aperto al dialogo, alla scambio di conoscenze e al confronto. Non sono nata shake-upper, nessuno lo è. Mi sto allenando per diventare una shake-upper.

Le esperienze hanno un impatto profondissimo sul “click” che serve per iniziare un vero e proprio viaggio (interessantissimo) per diventare uno shake-upper.

La mia esperienza durante la marcia per il cambiamento climatico, la tempesta di emozioni e sensazioni che ho provato in quel momento, la consapevolezza di essere parte di un qualcosa di così importante e così urgente, è stato un vero e proprio click. Quel click che ti porta a voler fare meglio e a voler fare di più. Ed eccomi qui a parlarvi di un nuovo capitolo di Comfort Zone Shake-Up.

La relazione tra tecnologia e umanità e i cambiamenti climatici rappresentano due importanti temi sui quali interrogarsi e discutere quando si parla di cambiamenti esterni dal profondo impatto nella nostra vita quotidiana. I cambiamenti esterni influenzano e sono influenzati dai nostri cambiamenti interni, da ciò che proviamo, da come ci sentiamo. Non possiamo sottovalutare questa importante correlazione parlando proprio della necessità di allenarsi a cambiare.

Credo che il mio ruolo come aspirante shake-upper – e il vostro ruolo in caso vi interessi diventare shake-uppers – sia quello di imparare, discutere, e promuovere una conversazione open-minded di aperte vedute. Solo aumentando conoscenza e considerazione potremmo creare le condizioni per avere un impatto.

Il nostro ruolo è quello di muoverci e di farlo ora. Di iniziare, di aumentare il nostro impegno, di fare di più, di fare meglio. Meglio di ciò che abbiamo fatto finora, meglio di ciò che abbiamo fatto fino a ieri. Non si tratta di ambire alla perfezione. Non saremo perfetti e non è neanche questo l’obiettivo. Faremo degli errori dai quali impareremo. Impareremo come modificare i nostri comportamenti e le nostre abitudini partendo dalle piccole cose – dal micro – per alimentare un grande cambiamento.

Il discorso di Greta Thunberg alle nazioni unite durante il Global Action Summit ha già fatto storia. Possiamo contribuire anche noi a fare la storia ogni giorno, ne sono convinta.

E le persone immobili?

Dopo la segmentazione del mercato una buona strategia di marketing prevede una scelta strategica: la selezione dei segmenti principali. Questi segmenti porteranno i risultati.

Attivisti e shake-uppers cambieranno il mondo. Voi siete pronti?


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