Perché dovremmo mai pensare di allenarci a cambiare?

Ispirazione

È possibile allenarsi a cambiare? Da dove si parte?

La vecchia fornace di laterizi, un po’ malconcia perché ai tempi in disuso da anni, è stata lo sfondo familiare e confortevole dei miei giochi di bambina, quando passavo le giornate a scorrazzare tra la casa di mio padre, l’esplorazione tipo Indiana Jones dell’edificio abbandonato e le visite all’affascinante laghetto.

Quella vecchia fornace di laterizi, è oggi il punto di riferimento di un vibrante centro culturale e della splendida biblioteca comunale chiamata “eFFeMMe23” dove – anche se oggi vivo a oltre seimila chilometri di distanza – ho avuto il piacere e l’onore di raccontare il mio progetto personale: Comfort Zone Shake-Up. Il modo che ho trovato per provare a dare una risposta alla domanda “è possibile allenarsi a cambiare?”.

Federica Cascia - Comfort Zone Shake-Up

Perché questa domanda?

Un interrogativo sorge spontaneo prima ancora di pensare alla risposta: perché questa domanda? Perché dovremmo mai pensare di allenarci a cambiare?

Il mio rapporto con il cambiamento è stato sempre un rapporto di amore-odio. Amore per la scoperta, per il nuovo, per l’altro modo di fare le cose. Odio per la difficoltà che spesso accompagna proprio la scoperta, il nuovo e l’altro modo di fare le cose.

La difficoltà è legata alla paura. Di fronte a una situazione nuova scatta la nostra mente più antica, quella intuitiva, quella impulsiva: la mente emozionale. Ed è quell’istinto di sopravvivenza a farci scappare, bloccare o attaccare.

La difficoltà è legata alla pigrizia. È molto più facile e sicuramente più comodo, muoversi in un ambiente familiare del quale abbiamo il pieno controllo; interagire con le stesse persone, fare sempre le stesse cose, provare a non mettersi mai in discussione.

Non ho mai considerato il rapporto con il cambiamento come un rapporto di amore-odio a somma zero in cui se non scopro, se non mi apro al nuovo, se non provo, allora non avrò paura, ansia o stress.

Ho sempre visto il cambiamento come un’opportunità per allargare la vita, per arricchirla di esperienze, di valore, di significato. Un’opportunità per raggiungere ciò che mi piace definire WOW, quel personale equilibrio tra piano fisico, mentale e sociale di ognuno di noi.

Un’opportunità per la quale val la pena – ed ecco la risposta alla domanda – di provare a minimizzare paura, pigrizia, ansia e stress con un buon allenamento.

Il WOW è il nostro benessere

Dall’individuo, alla società, al mondo: ovvero dal micro al macro

Il rapporto con il cambiamento riguarda la sfera individuale, quella sociale e la relazione che abbiamo con il mondo che ci circonda. Ad un primo sguardo i tre elementi possono sembrare anche molto lontani tra loro, in realtà è solo una questione di prospettiva. Per provare a visualizzare ciò che intendo possiamo “usare” le mappe di Google.

Il micro siamo tutti noi. Il micro siamo noi singoli individui alle prese con la nostra quotidianità fatta di sfide, di gioie e di dolori. Il micro, tanti micro (grazie per essere venuti!), erano in biblioteca ad ascoltarmi.

Proviamo ora a visualizzare la biblioteca nelle mappe di Google.

La Biblioteca dalle Mappe di Google (Micro)

Ora cambiamo prospettiva – facciamo zoom out. Possiamo vedere la biblioteca in un contesto, le Marche, e poi ancora in Italia, fino ad arrivare a visualizzarla nel mondo.

La Biblioteca dalle Mappe di Google (Macro)

Il macro siamo tutti noi. Il macro siamo ancora noi alle prese con quei cambiamenti apparentemente così lontani. C’è solo un cambio di prospettiva. Il mondo non è un’entità astratta e scollegata dalla nostra individualità e dalla nostra quotidianità. Il mondo – a livello macro – è la somma di tanti micro.

Quella relazione così astratta, così lontana con il mondo e i suoi trend in realtà influenza, permea e determina la nostra quotidianità.

Il mondo sta cambiando con una velocità e una portata mai visti prima

Il mondo sta cambiando ad una velocità e una portata mai visti prima

Il mondo cambia, il mondo evolve e lo fa da sempre. Non è questa la novità. Dove credo valga la pena riflettere è sul modo in cui questo cambiamento sta avvenendo, che mi fa pensare a velocità e portata.

1) Velocità dell’innovazione tecnologica.

Basti pensare che la lampadina ha impiegato quasi cinquant’anni per arrivare nelle case del 25% della popolazione americana, la radio una trentina, mentre gli smartphone meno di dieci anni e gli smart speaker tre.

La velocità di penetrazione della tecnologia nelle nostre vite è senza precedenti. C’è un mondo da esplorare. Un mondo grazie al quale poter esperimentare. Un mondo che abbiamo la responsabilità di capire – ponendoci le giuste domande – e di plasmare a vantaggio dell’umanità. Un mondo grazie al quale poter espandere i nostri confini e perché no le nostre varie zone di comfort.

2) Portata di un’idea.

Basti pensare al movimento sul cambiamento climatico promosso da Greta Thunberg. In meno di un anno la micro protesta dell’attivista svedese è diventata una macro protesta che ha interessato 150 paesi con una stima di 7,6 milioni di partecipanti nel mondo.

La portata del fenomeno e il suo impatto sulla nostra consapevolezza se non ancora sulla nostra vita è senza precedenti. Un segnale forte, un altro invito ad interrogarci sulla nostra quotidianità fatta di certezze, abitudini e stili di vita.

Tecnologia e cambiamento climatico sono solo due esempi di quelli che potremmo definire macro trend, trend che interessano il mondo in cui viviamo e di conseguenza la nostra quotidianità. Io li sento entrambi molto vicini, sarà perché lavoro nel mondo della tecnologia e parte di ciò che faccio è proprio interrogarmi sul futuro, sarà perché quel venti settembre a New York con Greta Thunberg (e molti altri) c’ero anch’io.

Cambiamenti macro così importanti influenzano il micro e la quotidianità. Micro scelte quotidiane impattano, hanno ripercussioni e influenzano il macro. Abbiamo molta più responsabilità nel far accadere le cose di quella che mediamente pensiamo di avere. Il cambiamento permea la nostra vita e quella delle persone che ci circondano.

Dal Micro al macro usando le mappe di Google

Consapevolezza

Se vi chiedessi cosa vi portate a casa da tutto questo cosa rispondereste? Io non ho dubbi nel citare la consapevolezza. La consapevolezza è il presupposto di qualsiasi processo di cambiamento.

Viviamo in un mondo che ci ha abituati a soluzioni pronte all’uso, facili e immediate. Vogliamo tutto e lo vogliamo adesso. Avrei potuto stupirvi con effetti speciali e promesse degne del nuovo decennio che abbiamo appena inaugurato e invece eccomi qui a chiudere questo articolo dando valore e invitandovi a dare valore proprio alla consapevolezza.

Essere consapevoli del grosso potere che con le micro scelte quotidiane abbiamo di modellare la nostra vita, quella della società in cui viviamo e del mondo, rappresenta un fondamentale punto di partenza.

Ed è solo un primo punto. Come in ogni storia che si rispetti, non marca una fine ma apre le porte (e la mente) ad un nuovo inizio. Quello con Comfort Zone Shake-Up.

Photo by chris panas on Unsplash

E tu? Hai mai pensato al cambiamento in termini macro e micro? Che ne pensi? Lascia un commento e racconta la tua storia!

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In un mondo che cambia con una velocità e una portata inimmaginabili, noi di Comfort Zone Shake-Up crediamo che sia necessario riprendere il controllo della propria vita e provare ad essere la migliore espressione di noi stessi.

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Comfort Zone Shake-Up

È un catalizzatore per persone dinamiche con cui esplorare, esperimentare ed espandere la propria zona di benessere.

Promuove curiosità, apertura mentale, positività, creatività e attitudine alla crescita.

Presenta una diversa e più flessibile visione della quotidianità, attraverso punti di vista, testimonianze, e approfondimenti.

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