Il “PERCHÉ” di Comfort Zone Shake-Up

Inizia Qui

Parto dal “PERCHÉ” per presentarvi Comfort Zone Shake-Up. E non è un caso.

Simon Sinek non lo sa, ma ha avuto un serio impatto su questo mio progetto che ho chiamato Comfort Zone Shake-Up. Navigando nelle varie sezioni del nuovo sito, troverete gli elementi fondanti del suo pensiero chiamato “Start With Why” – tradotto in italiano come “Partire dal Perché” – e del suo approccio chiamato “Golden Circle.”

Organizzare il proprio pensiero, le proprie azioni e il proprio modo di comunicare secondo la logica del “Why, How, What” cioè del “Perché, Come, Cosa” seguendo questo preciso ordine, significa con buona probabilità fare “Shake-Up” / “Riorganizzare” le nostre abitudini, il nostro tradizionale modo di pensare, agire e comunicare. Ed è forse proprio questa la ragione che mi ha profondamente affascinata ed ispirata.

Se non conoscete Sinek, avrete insomma modo di recuperare sbirciando qua e là tra citazioni, video e articoli che parlano di lui. Se lo conoscete, preparatevi a scoprire come uso i suoi concetti “a modo mio.”

E questa è e sarà una costante in questo sito. Quando trovo un tema interessante, serio, semi-serio, o anche frivolo: lo studio nel dettaglio, condivido il pensiero originale e la mia rivisitazione in chiave Comfort Zone Shake-Up.

Il “PERCHÉ” di Comfort Zone Shake-Up non poteva che essere il primo articolo della sezione “Inizia Qui” proprio ispirato al “Golden Circle” di Simon Sinek (aspettatevi quindi anche un “COME” ed un “COSA”).

Quando si tratta di Comfort Zone Shake-Up la prima domanda non è quindi “Cos’è?” È molto meglio iniziare chiedendosi, e chiedendomi:

Qual è il tuo scopo?

Qual è la tua causa?

Qual è la tua opinione?

Perché ti alzi dal letto la mattina molto presto per dedicarti a questo progetto?

E perché dovrebbe importare a qualcuno?

Il “PERCHÉ” di Comfort Zone Shake-Up

Lo avete letto nell’articolo di apertura di questo sito e vale la pena ribadirlo qui.

“Ho creato Comfort Zone Shake-Up perché credo nel potere che come esseri umani abbiamo di crescere e migliorare. Credo nella capacità di ognuno di noi di plasmare la propria vita. Credo che mai come oggi ci sia bisogno di condividere un messaggio di possibilità forte e positivo. E credo nella tecnologia; nel potere del mondo digitale e dei social media per diffondere questo messaggio.”

Le quattro frasi che avete appena letto in meno di dieci secondi, sono il risultato del mio percorso degli ultimi tre anni alla ricerca proprio di un “PERCHÉ”. Un viaggio alla scoperta e soprattutto alla riscoperta di me stessa e delle tappe che hanno contribuito a rendermi chi sono oggi. Tra le righe de “La Mia Storia” potrete leggere gli stessi valori.

Ma l’elemento che mi ha spinta a voler condividere in un blog prima e in un sito ora la mia convinzione nel potere della crescita personale – e la mia personale visione di come farlo – è stato il trasferimento a New York.

Il trasferimento a New York

Il trasferimento a New York ha avuto un impatto enorme sulla mia vita, sulle mie abitudini, su chi ero e su chi sono. Lo so che esagero, e passatemela come una licenza poetica, ma a me piace descrivere ciò che ho provato nel periodo successivo al trasferimento come un “blackout cognitivo”. Questo è il mio modo per dire che ero totalmente fuori dalla mia Zona di Comfort.

Vi dico anche che non mi ha obbligata nessuno a lasciare l’Italia. Trasferirmi a New York è stata una mia scelta. Era il mio sogno da quando avevo solo assaporato la Grande Mela per qualche mese nel 2009 grazie all’opportunità che Sanpellegrino – l’azienda per cui lavoravo all’epoca – mi aveva concesso.

È possibile allora trovarsi così lontani dalla propria Zona di Comfort pur vivendo una specie di sogno? Apparentemente si. Non riuscivo proprio a capire perché non ero in grado di essere me stessa, la “Fede” che ero in Italia, prima di quel volo che mi avrebbe per sempre cambiato la vita.

Cosa c’era in me che non andava? Mi trovavo di fronte ad un grande cambiamento. Tutto sommato c’ero già passata quando da Moie, il mio adorato paesello nelle Marche, mi ero trasferita a Milano. Dopo tutto il trasferimento a New York era un cambiamento pianificato.

Mi ricordo di aver pensato

“Se ho problemi a gestire qualcosa che ho scelto, non voglio neanche immaginare cosa potrebbe accadere se dovessi trovarmi a gestire un cambiamento improvviso!”

Il Cambiamento

Il cambiamento è una brutta bestia. Il cambiamento ci mette alla prova. Il cambiamento è complesso da digerire ed è quasi sempre doloroso. E io che pensavo di essere tutto sommato abbastanza brava nel gestirlo e nell’approcciarlo con attitudine positiva – nella mia vita ad oggi ho vissuto in ventuno case diverse – mi sentivo un pesce fuor d’acqua praticamente in ogni situazione.

Così ho iniziato a pensare:

“Come ci si allena a cambiare?”

E ho continuato chiedendomi:

“Come possiamo prepararci a cambiare? Come possiamo prenderci maggior controllo delle nostre vite? Come possiamo provare ad evitare situazioni di “blackout cognitivo”? Come esseri umani, come funzioniamo? Quali meccanismi si nascondono dietro le nostre convinzioni, i nostri comportamenti e le nostre abitudini?

Oggi lavoro nel campo della tecnologia. Come può la tecnologia supportarci? Quando la tecnologia ci aiuta e quando ci penalizza?

Il mio percorso di ricerca

È avendo in mente queste e altre domande che è iniziato il mio percorso di ricerca. Un modo per scoprire e tentare di capire i meccanismi che governano le nostre vite. Un modo per scoprire e tentare di capire i meccanismi che ci permettono di migliorare.

Ho iniziato a guardare la sfida da un diverso punto di vista. Ho iniziato ad usare un filtro che adoro, quello della crescita personale. E ho deciso di riformulare l’approccio al cambiamento dicendo:

“Vorrei poter imparare, migliorare e crescere costantemente”.

“Qual è il modo migliore per crescere e migliorare la qualità della nostra vita?”

Ecco “PERCHÉ” è nato il progetto di Comfort Zone Shake-Up.

Ora lo sapete, sono una sognatrice. Una sognatrice con un piano. Condividendo il mio percorso, le mie ricerche e le mie esperienze, voglio pensare di incoraggiarvi, spronarvi, e convincervi a diventare la miglior versione di voi stessi.

Questo è il mio “PERCHÉ”.

Questo è ciò che guida il mio “COME” farlo.

Questo rappresenta “COSA” faccio qui.

(e cosa mi piace fare della mia vita)

Benvenuti!

Come disse Benjamin Franklin:

“Ci sono tre tipi di persone al mondo. Ci sono coloro che non si muovono, persone che non ne capiscono l’esigenza, e non vogliono fare nulla al riguardo. Ci sono persone che sono più aperte, vedono il bisogno di cambiamento e sono pronte ad ascoltarlo. E poi ci sono persone che cambiano, persone che fanno accadere le cose.”

E voi? Siete pronti a ristrutturare la vostra Zona di Comfort? Che cosa state aspettando?

Dai che iniziamo.


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